• Pubblicata il
  • Autore: Benedetta
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Sottomessa e umiliata dalle colleghe - Pescara Trasgressiva

Ho studiato fino alla laurea con massimi voti e ho un aspetto fisico piacevole, bionda naturale, occhi verdi, 172 cm d'altezza, magra con taglia 42 e terza di seno. Però a causa della mia timidezza ho avuto problemi a trovarmi un lavoro, finché non sono stata assunta in un ufficio come impiegata, ero contenta di avere finalmente un lavoro fisso di cui ne avevo assolutamente bisogno. Ma la mia gioia durò poco, venni subito in contatto con delle colleghe prepotenti e con una capoufficio tirannica, che cominciarono a trattarmi male, dandomi la colpa di errori che avevano fatto loro così la capoufficio se la prendeva con me, e loro essendo in tre amiche con la stessa versione venivano regolarmente credute. Ma un giorno, era il giugno del 2009, successe il finimondo nella mia vita. Ero in ufficio ed esce la direttrice dal suo ufficio furiosa e guardando e 4 scrivanie in fila del reparto chiede chi è stato a dimenticarsi di inviare il fax la sera prima, che era importantissimo, doveva mandarlo Jessica ricordavo benissimo, ma subito Jessica, Sonia e Anna mi accusarono di esser stata io. Io obiettai ma fu peggio, la direttrice, una donna alta sulla cinquantina, si avvicinò e mi disse che non ne poteva più di un imbranata come me e avrebbe fatto di tutto per farmi licenziare, io scoppiai a piangere e mi chinai ai suoi piedi chiedendo di non farlo, che avrei fatto quello che voleva. Quella frase sentii che la fece cambiare. Mi prese per un braccio e disse venite tutte nel mio ufficio, lì mi disse: "Da ora in poi farai tutto quello che io e le tue colleghe ti diremo o hai finito di dormire sul lavoro e ti faccio mandare a casa a dormire. Devi eseguire tutti gli ordini alla lettera, subito e senza dire una parola altrimenti hai finito". Io annuii e dissi che lo avrei fatto. Disse che intanto mi meritavo una punizione, mi ordinò di appoggiare le mani sulla scrivania, mi sollevò la gonna e mi abbassò le mutande scoprendomi il sedere e cominciò a picchiarmi con un righello da 50 centimetri, io soffrivo in silenzio mentre il rumore del righello sulle natiche riempiva la stanza, le tre colleghe sentivo che ridevano e la direttrice alla decima righellata smise e disse a loro di darmene ognuna altrettante, furono un supplizio le altre 30 righellate sul culo, tutte date con forza, sentivo dolore ma anche una strana eccitazione che mi faceva bagnare. Mi fece ricomporre e ci rimandò alle nostre postazioni, lei doveva uscire per una riunione e poco dopo ci passò davanti e se ne andò fuori chiudendo la porta. Immediatamente le tre vipere si alzarono e vennero da me, a dissero ghignando che ora il loro giocattolo. Mi fecero alzare e mi sfilarono le mutande, con la forbice Anna le taglio a pezzetti e li buttò nel cestino, intanto le altre mi spinsero in avanti e mi infilarono una penna a sfera nella vagina, poi un altra nel culo e mi ordinarono di tenerle fino alla fine dell'orario di lavoro. Nel mentre Jessica mi alzò la maglietta, le altre da dietro mi tolsero il reggiseno e Anna lo tagliò a pezzetti buttandoli anche loro nel cestino; Sonia tirò fuori dalla mia borsa la colazione che mi ero portata, disse che facevo venire la nausea con i sandwich al tonno e maionese che mangiavo, aperti i due tramezzini cominciarono a spalmarmeli su tutto il seno, ridendo mi riabbassarono la maglietta e la gonna. Mi diedero le loro pratiche da compilare, mentre parlavano e scherzavano tra loro deridendomi dovetti passare il resto della giornata sempre lavorando, svolgendo anche il loro lavoro con le due penne infilate e con l'odore da tonno con la maionese che saliva dal mio seno. Tornai a casa nauseata e umiliata. Il giorno dopo pensavo fosse finita, non mi preparai i sandwich col tonno ma con il prosciutto per non infastidirle, e sperando che si fossero divertite abbastanza andai tranquilla , invece cominciarono subito con le loro sopraffazioni conducendomi subito in bagno e spogliandomi completamente nuda, mi fecero sedere sulla tazza del water e mi urinarono addosso appoggiandosi con la figa al mio seno così mi scorreva lungo l'addome fino alla mia vagina da cui colava nella tazza, poi a ognuna dovetti asciugargliela con la lingua. Rimanetti nuda e puzzolente da piscio, mi impedirono di lavarmi e mi fecero rivestire, poi mi diedero delle pratiche da consegnare in giro per gli altri uffici. Camminando nel caldo di giugno con la pelle maleodorante di piscio mi vergognavo da morire e vedevo gli sguardi disgustati nei vari uffici, mi guardavano malissimo, un'umiliazione che mi feriva. Non rientrai in ufficio e mandai una lettera di licenziamento il giorno successivo.

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24/01/2014 15:46

Carlo

Non penso sia vero..

20/01/2014 23:28

Caballero

a quanto pare ti piace essere umiliata,se vivi a Padova fammi sapere schiavetta

19/01/2014 21:52

Ciro

Perchè non le hai denunciate. Una cosa è il piacere un'altra è l'educazione e il rispetto verso gli altri.

18/04/2014 15:52

sam

E tutto falso e pacchiano

16/12/2015 14:07

Sfigato

Racconto molto eccitante... mi sono immedesimato tanto nella sua protagonista e ancora ho i brividi rileggendolo... ma come hai fatto? Sei stata meravigliosa! Grazie!

10/02/2014 00:42

Caballero

Ciao Benedetta, son molto felice che tu abbia trovato un altro lavoro nel frattempo sono molto felice di sapere che ci sono persone come te a cui piace questo genere di sessualità, se vuoi ci possiamo conoscere

04/02/2014 04:32

Benedetta

Ciro cosa vuoi che denunci che avevo accettato io la situazione, sbagliando, ma il tempo comunque è stato giustiziere perché ho trovato un lavoro migliore e che mi piace mentre la ditta di cui parlo dopo pochi anni ha chiuso trasferendosi all'estero, e mi è servito a capire meglio la mia sessualità per cui pratico la dominazione nel privato con chi conosco e mi fido, affrontando così libera da condizionamenti la vita lavorativa. Ho cercato di sintetizzare la storia per cui può parere inverosimile ma è tratta da episodi reali.

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