Quando la donna è matura... - Pescara Trasgressiva

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Le donne sono come le pere, diceva un mio vecchio collega conosciuto molto tempo fa, bisogna solo essere pronti a raccoglierle quando sono mature.
Nel corso degli anni ho potuto verificare che aveva ragione e che molte donne, soprattutto nella fascia dai trenta ai cinquanta, aspettano solo che le si stacchi dal ramo e che si affondino i denti nella polpa succosa.
Non importa se son libere o sposate, se hanno fidanzati o figli già grandi. Se vengono prese dalla smania di “piacere”, se si sentono poco desiderate o amate insufficientemente, son proprio le mogli “insoddisfatte” quelle che si “raccolgono” più facilmente.
Certo l'attività richiede tempo e dedizione e in questo sono facilitato dal fatto che lavoro come rappresentante e riesco a gestire autonomamente i miei tempi.
Al momento sto “mordendo” una matura e procace quarantacinquenne, moglie e mamma, conosciuta mesi fa nell'ufficio postale dove lavora.
Ci sono capitato per caso perché dovevo pagare un bollettino postale “supplementare” per una pratica in corso alla Motorizzazione Civile. E' successo che quando avevo presentato la domanda mi avevano detto che dovevo versare, perchè erano cambiati da due giorni gli importi, altri 2 euro e spiccioli per integrare il versamento già fatto.
Per non perdere un'altra mattinata ero corso, incazzato e trafelato, a cercare un ufficio postale in zona per fare sto versamento.
Allo sportello c'era lei, diciamo che si chiama Piera anche se non è il suo nome. Capello ben tenuto, camicetta scollata per evidenziare il seno ancora sodo, filo di trucco senza esagerare, unghie rosso violacee curatissime.
Insomma quella che io catalogo come la classica “pera ben matura”.
Quando le passo il modulo da pagare non posso evitare un commento sulla burocrazia folle della motorizzazione e lei mi guarda con comprensione.
A quel punto mi vien da dire “chissà perché la chiamano civile” (sottointendendo alla motorizzazione). Lei scoppia in una risata schietta ma composta che mi affascina. Quasi balbettando le sussurro “però questa follia burocratica mi ha dato la possibilità di godere di un sorriso veramente affascinante”. Lei diventa appena un po' rossa e mi sorride ancora e mentre la stampante elabora il bollettino mi dice piano che le colleghe non sentano “fortuna che esistono ancora dei gentiluomini che sanno fare complimenti eleganti alle donne”.
Mi sento tirato per la giacca e replico sottovoce “diciamo che certe donne i complimenti li meritano più di altre”. Lei annaspa e mentre mi consegna la ricevuta mi dice enigmatica “spero sia tutto a posto adesso, ma se dovesse ancora avere bisogno sono qui”.
O la va o la spacca mi dico e afferro la penna sul banco e su un tagliando elimina code scrivo il mio nome e il numero di telefono. Poi la saluto con un sorriso malizioso. Mal che vada lo cestinerà.
Appena finita la pratica alla motorizzazione mi squilla il cellulare con numero sconosciuto. Riconosco subito la voce e per toglierla dall'imbarazzo le dico di scusarmi, che non sono abituato a essere così sfrontato, ma che la trovavo, a prima vista, una persona interessante e che mi sarebbe piaciuto prendere un caffè con lei.
Insomma dopo dieci minuti di chiacchiere telefoniche abbiamo fissato di vederci il pomeriggio successivo per bere una cosa. Da allora ci vediamo in media 2 o 3 volte a settimana e abbiamo stabilito un codice “postale” dove se ci vediamo per un telegramma vuol dire che non ha molto tempo per cui si finisce in auto in qualche angolino appartato dove la signora mi lavora di bocca appassionatamente mentre io la sditalino comodamente perché in quei casi lei indossa le autoreggenti per facilitarmi il compito.
Se invece abbiamo più tempo lei mi dice che possiamo fare una raccomandata e allora abbiamo almeno un paio d'ore per raggiungere il mio appartamento dove la signora si mette, uso le sue parole, a mia completa disposizione ...
e vi assicuro che non è solo un modo di dire...

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